Gli stridoli, o strigoli, sono un’erba commestibile molto antica, conosciuta e apprezzata per le sue proprietà nutritive e medicinali. Con quest’articolo scopriremo in maniera dettagliata come riconoscerla e sfruttarla al meglio in nome delle sue efficaci proprietà benefiche.
Cosa sono gli stridoli e quali sono le origini
Gli stridoli sono un’erba spontanea che trova la sua diffusione in tutta la penisola italiana. Il suo nome scientifico è Silene Vulgaris. Si tratta di una piccola pianta che raggiunge un’altezza di 60-70 cm circa e può arrivare a un massimo di 100 cm. Da un punto di vista botanico appartiene alla famiglia delle Cariofillacee. Il nome stridoli è usato nel gergo popolare e gli è stato dato per via del suono stridulo che viene emesso se si fanno scorrere le dita sul fusto della pianta. Altri nomi per indicare questa erba spontanea sono cavoli della comare, schioppettini o sonagli.
Gli stridoli crescono bene se esposti in aree soleggiate e soprattutto su terreni di natura calcarea, a scarsa fertilità e non inerbiti. Gli esemplari giovani prosperano dal seme caduto durante il periodo estivo. I mesi consigliati per raccoglierli sono settembre e ottobre anche se è possibile spingersi fino a primavera inoltrata.
Quali sono le proprietà degli stridoli
Nonostante gli stridoli siano un’erba molto antica e particolarmente apprezzata per le sue qualità, non è facile trovarli in commercio. Si tratta di una pianta che nasce spontanea, non è coltivata e gli studi a riguardo non sono mai stati particolarmente approfonditi. A differenza dei comuni ortaggi di cui si conoscono in maniera molto più estesa le proprietà e le tipologie usate in fitoterapia, gli stridoli rimangono alquanto misteriosi e poco noti ai più. Per quanto concerne le proprietà nutritive possiamo stabilire con certezza che sono ricchi di Vitamina C e studi recenti hanno confermato un’elevata quantità di sali minerali e di fenoli, cioè dei particolari antiossidanti parecchio utili alla nostra salute. Inoltre, sono costituiti per l’80% di acqua e contengono una discreta quantità di fibre.
Come utilizzare gli stridoli in cucina
In ambito culinario gli stridoli possono essere mangiati sia crudi che cotti. Il sapore ricorda vagamente quello dei piselli appena colti o degli asparagi, e in linea di massima comunque hanno un tocco fresco e delicato. Le foglie più tenere sono consigliate come ingrediente per delle gustose insalate, molto indicate con cannellini e ravanelli. Chi invece volesse cucinare dei primi piatti che abbiano tra gli ingredienti gli stridoli può prepararli in combinazione con il riso, o all’interno di zuppe di vario genere o di ripieni di ravioli e gnocchi. C’è poi chi utilizza gli stridoli per farcire torte salate, preparare dei soufflé o frittate. In ultimo, va detto che si prestano come ingrediente basilare per sughi adatti a condire la pasta.
Una ricetta: sugo di stridoli
Ecco una veloce ricetta per preparare un saporito sugo agli stridoli. Per prima cosa bisogna pulire 300 gr. di stridoli e appassirli in una padella con dell’olio e 2 spicchi d’aglio. Quest’ultimo bisogna farlo soffriggere, quando sarà leggermente dorato andranno aggiunte le erbe tagliate a pezzetti. Si consiglia di mescolare continuamente per circa 5 o 6 minuti, passato il tempo indicato il sugo è pronto. Una variante può includere anche l’aggiunta di pomodorini. Questa ricetta è adatta per 4 persone. Servire con tagliatelle fresche o strozzapreti.