Lo squalo bianco adriatico, o squalo bianco mediterraneo, è un animale presente in tutto il mare nostrum, la cui presenza viene spesso aggiornata da parte di ricercatori, pescatori e appassionati.
Scientificamente chiamato Carcharodon carcharias, questo squalo popola da tempo le acque mediterranee, anche se il numero degli esemplari è oggi dato in netto calo rispetto al passato, come sottolineato da uno studio pubblicato sulla rivista americana Fish Biology and Fisheries e condotto da un team di ricercatori di cui fanno parte anche gli italiani Ginevra Boldrocchi (Nova Southeastern University, Florida), Tiziano Storai e Luca Zinzula (Centro educazione ambientale e sostenibilità, Laguna di Nora).
Perché si chiama così
Anche se lo squalo bianco si trova in tutto il Mediterraneo, è spesso ribattezzato come squalo bianco adriatico proprio perché la più alta presenza di giovani esemplari si concentra tra il canale di Sicilia e l’Adriatico, soprattutto nei mesi più caldi, e probabilmente per la presenza di zone favorevoli al parto da parte delle femmine gravide, con i piccoli che qui trascorrono i primi periodi di vita.
Cosa mangia
Nel nostro mare lo squalo bianco segue di norma una dieta piuttosto varia. Le prede che vengono maggiormente cacciate comprendono i delfini, i tonni, i pesci spada e le tartarughe comuni. Non è comunque raro, come dimostrano le analisi stomacali su questi esemplari, che lo squalo bianco adriatico possa mangiare altresì gabbiani, altri squali ed animali terrestri finiti in mare.
È pericoloso per l’uomo?
Stando ai dati scientifici, in una dozzina di casi sono stati ritrovati anche dei resti umani. Non è tuttavia chiaro se l’ingestione di questi resti sia stata effettuata quando la vittima fosse viva o morta. È insomma possibile, e per alcuni probabili, che lo squalo bianco finisca con il cibarsi di resti umani di cadaveri, mentre sono rarissime le aggressioni.
A dimostrazione di ciò, l’ultima aggressione fatale documentata risale al 1989, non in Adriatico bensì a Baratti, nelle acque toscane, ai danni di un sub. L’ultimo attacco non fatale è invece quello in Adriatico, nell’ottobre 2008, nella baia di Smokvina Bay, in Croazia, da parte di un esemplare con lunghezza stimata fra i 4,5 ed i 5 metri.
Quanto è lungo
Per quanto attiene le sue dimensioni, nella ricerca sopra brevemente citata vengono citati diversi avvistamenti di esemplari in grado di raggiungere una lunghezza anche pari a 10 metri. Ad ogni modo, la maggior parte delle misurazioni si riferisce a esemplari che non superano i 6-7 metri di lunghezza.
Sembra inoltre che nel corso dell’ultimo secolo, sulla base del susseguirsi delle ricerche effettuate, la grandezza media degli squali avvistati sia andata gradualmente calando.
Un dato, quello appena ricordato, che unitamente alla diminuzione degli avvistamenti, fa ritenere i ricercatori che la specie nelle nostre acque sia ormai in declino. Di fatti, nonostante la protezione che è assicurata allo squalo bianco adriatico da parte di diverse normative internazionali, questi esemplari soffrono i danni di origine antropica che colpiscono le biomasse e la catena alimentare marina.
Dunque, pesca eccessiva, inquinamento e riscaldamento delle acque, unitamente alle attività invasive e lesive degli habitat, stanno finendo con il modificare l’ambiente di vita e di riproduzione degli squali, con conseguenze evidenti sulla loro popolazione.