I soffioni boraciferi rappresentano un pezzo di storia fondamentale della Toscana. Si tratta di manifestazioni vulcaniche secondarie che consistono in forti emissioni di vapore alla temperatura di 150–200° C. Uno dei luoghi più noti in Italia dove questo fenomeno si verifica è Larderello, una frazione del comune italiano di Pomarance, in provincia di Pisa. Il luogo dei soffioni boraciferi è anche soprannominato “la valle del diavolo”.
Come accennato nell’introduzione all’articolo, i soffioni boraciferi sono delle manifestazioni vulcaniche di tipo secondario. Questi, oltre a contenere acqua e gas, sono ricchi di acido borico e raggiungono la superficie attraverso piccole spaccature nel terreno o tramite condotti artificiali (la pressione è molto elevata). Nel 1931 un evento segnò definitivamente questi territori. I soffioni boraciferi erano ormai destinati a uno scopo solo industriale, ma la perforazione di una roccia fece emergere un nuovo soffione, che si manifestò al ritmo di 200 tonnellate all’ora di vapore. Le cronache di quel periodo raccontano di come la vallata cambiò forma in fretta, assumendo le sembianze della casa del diavolo. Da qui proviene l’appellativo che viene utilizzato.
I soffioni, oltre a essere presenti in Toscana, a Larderello, si trovano in varie regioni del mondo. Tra i più conosciuti ci sono quelli dei Coast Ranges in California, quelli della vallata dei Diecimila Fumacchi nell’Alaska e altri meno noti in Cile e Giappone.
Come sfruttare l’energia geotermica
La geotermica è considerata una forma di energia alternativa e rinnovabile. Il suo utilizzo è antichissimo e ha inizio proprio a Larderello, in Toscana. I primi esperimenti risalgono al 1827 circa, dove si iniziarono a sfruttare le fonti per estrarre l’acido borico. In seguito, intorno al 1892, gli americani trovarono il modo di riscaldare il primo distretto con acqua calda proveniente da fonte geotermica e di lì a poco anche gli italiani fecero lo stesso.
Nel 1904 ci fu un ulteriore passo in avanti nell’uso delle potenzialità della geotermica come fonte per la produzione di energia elettrica. I primi anni del ’900 hanno segnato il boom dello sfruttamento geotermico, soprattutto in paesi come l’Italia, gli Stati Uniti d’America e l’Islanda. Purtroppo i costi per applicare le attuali tecnologie in grado di sfruttare queste energie al massimo livello sono piuttosto alti. Nonostante ciò, l’Italia nella produzione di energia da fonte geotermica mantiene un buon primato, piazzandosi al quinto posto dopo il Messico.
Il produttore più importante a livello globale è invece rappresentato dagli Stati Uniti d’America. Questa fonte di energia rinnovabile è in grado di rispettare gli ecosistemi presenti sul pianeta Terra. Tuttavia, l’estrazione deve essere monitorata in modo da evitare un esaurimento di fonti a livello locale. Può succedere, inoltre, che nel corso di alcuni decenni le temperature di alcune sorgenti possono subire un decadimento. In parole povere, si ha una perdita di efficienza. Il sito però è in grado di raggiungere un nuovo equilibrio anche a temperature più basse.
Il Museo della Geotermica di Larderello
Il Museo della Geotermica di Larderello venne inaugurato sul finire degli anni ’50. Rappresenta una importante testimonianza storica dello sfruttamento dell’energia geotermica e mostra attraverso differenti modelli le ricerche e le tecniche di perforazione avvenute nel corso del tempo. La struttura dei percorsi costruiti all’interno del museo è fortemente multimediale, adatta a far comprendere in maniera interattiva il fenomeno geotermico e i sui repentini sviluppi a livello industriale. Un affascinate percorso storico e paesaggistico che inizia dalle sorgenti termali etrusche e si conclude fino ai giorni d’oggi.