Le api e gli altri insetti “pungenti” – come i calabroni o le vespe – si possono trovare un po’ ovunque. Quanto basta per invitarti a una maggiore cautela quando passi del tempo all’aria aperta, soprattutto se infastidisci (speriamo, involontariamente!) alcuni insetti che pur abbastanza calmi, quando devono difendersi pungono o mordono.
Pensa, per esempio, alla puntura di api e vespe: la loro puntura può essere abbastanza dolorosa e persino pericolosa per la vita alle persone allergiche al loro veleno. Ma come si può affrontare questa situazione?
Cos’è una puntura di calabrone
Una puntura di calabrone è una lacerazione o una ferita nella pelle – appunto, da puntura – causata da un calabrone. Il veleno che viene iniettato in una puntura di calabrone provoca una reazione tossica locale in tutte le persone, ma in alcune di queste la reazione è ben più grave, poiché allergica.
L’apparato urticante del calabrone (che provoca il dolore negli esseri umani) è legato al tratto digestivo, e consiste in un pungiglione e in un sacco di veleno. Dopo una puntura, il sacco si contrae, scaricando veleno nel tessuto: purtroppo per alcuni insetti come le api, però, quando viene l’area della puntura si distacca dalla pelle, finisce non solamente con il lasciare il sacchetto di veleno, quanto anche altre parti essenziali per la vita delle api che, dunque, muoiono.
Ancora più nel dettaglio, il pungiglione di un calabrone inietta apitossina nella vittima, accompagnata dal rilascio di feromoni che allarmano altre api. L’apitossina è un liquido amaro incolore che provoca una condizione di infiammazione locale e agisce come anticoagulante. Ora, non tutti sanno che se un’ape viene colpita e ferita, il rilascio dei feromoni è più alto e accelerato: questi feromoni avvertono le altre api, che agiranno a loro volta in modo difensivo fino a quando la minaccia non sarà scomparsa.
Peraltro, se una persona cerca di rifugiarsi dalle api entrando in acqua, le api attenderanno la sua uscita e poi continueranno ad attaccare. Il motivo dietro tale comportamento è che i feromoni non si lavano via facilmente: pertanto, proprio a causa di questi feromoni, la vittima è in pericolo di essere punto da più api o da un intero sciame, aprendo scenari di mortalità per le persone allergiche al veleno.
Quali sono i sintomi di una puntura di calabrone
La maggior parte delle reazioni a una puntura di calabrone sono lievi o moderate e non comportano una reazione grave al veleno. Ad esempio, solo il 3% circa dei bambini subisce una reazione allergica, mentre alcune persone vanno purtroppo incontro a una grave reazione allergica e necessitano di cure mediche urgenti (anafilassi).
I sintomi di una puntura d’ape possono essere raggruppati in quattro gruppi distinti, a seconda della gravità della reazione:
- reazione locale: sono le reazioni più comune, non allergie. I sintomi non durano molto a lungo, bensì poche ore, e includono dolore, fastidio e infiammazione nel sito di puntura;
- reazioni allergiche al corpo: sono reazioni che scattano in quelle persone che hanno subito precedenti punture, con una gravità dei sintomi molto varia, che può però arrivare allo scenario più serio, quello dell’anafilassi;
- reazioni tossiche: risultato delle tossine iniettate con il veleno, e generalmente legate a punture multiple. I sintomi includono nausea, vomito, febbre, diarrea, convulsioni, mal di testa, eruzioni cutanee e altro ancora;
- reazioni ritardate: sono rare, e possono manifestarsi a distanza di giorni o settimane dopo la puntura.
Cosa fare se si viene punti da un calabrone
Se una persona vicina viene punta da un calabrone, bisogna innanzitutto rimanere con lei per un po’ di tempo e prestare attenzione ai segni e ai sintomi che potrebbero manifestarsi, oltre che cercare un aiuto medico urgente se vi sono segni di una grave reazione allergica.
In ogni caso, è opportuno rimuovere rapidamente il pungiglione (i pungiglioni delle api mellifere sono spinati e di solito rimangono nella pelle), considerato che il meccanismo di iniezione continua anche se l’ape è morta. Per rimuovere il pungiglione, puliscilo con un pezzo di garza, o grattare un’unghia, un pezzo di carta o una carta di credito su di esso.
Ti invitiamo inoltre a rimanere calmo: vai via con tranquillità, perché vespe e calabroni possono pungere di nuovo. Lava il sito del pungiglione con sapone e acqua, applica un impacco freddo, ponendo ghiaccio, piselli surgelati o stoffa fredda per ridurre il gonfiore
Infine, se volete ridurre il dolore, assumete aspirina o acetaminofene: spray o creme contenenti anestetico e antistaminico sono disponibili presso i farmacisti, così come gli antistaminici orali per ridurre il gonfiore.
Cosa NON fare se si viene punti da un calabrone
Se una persona a te vicina viene punta da un calabrone, non lasciarla sola: potrebbe infatti sviluppare una reazione grave. Non utilizzare le pinzette per rimuovere il pungiglione, e non spremere il sito di puntura nel tentativo di rimuoverlo, perché questo comportamento può causare una maggiore iniezione di veleno.
Ancora, non graffiare la puntura (questo potrebbe aggravare il problema e portare a un’infezione), ma limitati a grattarla il tanto che basta per far uscire il pungiglione. Non andare nel panico: correre in giro non aiuta, e alcuni insetti come i calabroni di solito non lasciano il pungiglione, potendo così di nuovo.
Evita infine di usare aceto o bicarbonato di sodio: questi trattamenti “della nonna” non sono raccomandati, e l’obiettivo di neutralizzare il veleno acido con questi ultimi due è inutile dato che il veleno penetra nei tessuti.