La potatura del gelsomino: quando farla e come

Il gelsomino è una pianta rampicante molto diffusa in contesti privati, amata soprattutto per la fioritura rigogliosa e prolungata. Ma è possibile trovarla anche in parchi e giardini pubblici, facilmente riconoscibile grazie ai suoi fiori profumati dall’aspetto delicato ed elegante.

In questo articolo scopriremo meglio le caratteristiche di questa specie, in quali momenti della sua vita bisogna potarla e qual è la variante più usata a scopo ornamentale.

Caratteristiche del Gelsomino

Il gelsomino può essere classificato come pianta arbustiva perenne che appartiene al genere Jasminum e appartiene alla famiglia delle Oleaceae, quella di cui fa parte anche l’ulivo per esempio. Il genere Jasminum comprende molte varietà di specie, per la precisione circa duecento, originarie di diverse zone dell’emisfero settentrionale come la Cina, l’India, il Borneo, il bacino del Mediterraneo e il medio Oriente. Esse sono di due varianti: decidue e sempreverdi. Per quanto riguarda invece l’etimologia della parola “gelsomino” essa deriva dal termine arabo yasmin che significa “dono di Dio”. Per molte culture questa pianta viene assimilata alla purezza e alla femminilità, di cui si è fatto simbolo, arrivando a diventare con i suoi fiori bianchi, ornamento principale dei luoghi dediti alla celebrazione di matrimoni. Oltre a incarnare questi concetti, il gelsomino è anche il fiore che rappresenta alcuni Paesi, come il Pakistan, la Tunisia e Damasco, città della Siria.

Il significato della parola “gelsomino” varia a seconda delle zone e dall’arabo “dono di Dio” diventa “perla” e anche “libero” nell’indiano “mot”.

Come potare il Gelsomino

La potatura del gelsomino avviene in diverse fasi del ciclo vitale della pianta. Nei primi tre anni va potato accorciando di due terzi dei rami che stanno alla sua base. Questo primo intervento favorisce la comparsa di nuovi getti laterali che andranno a determinare la forma e l’andatura della pianta adulta. Il taglio di formazione è utile inoltre a infoltire la parte bassa della pianta, evitando così delle zone prive di rami che potrebbero risultare antiestetiche.

Al terzo anno il gelsomino potrà essere liberato da tutte le sue parti secche o danneggiate, oppure ricevere un taglio dei rami, un intervento che andrà a configurare la cosiddetta potatura di ringiovanimento.

Scegliere tra la rimozione dei rami rotti e i tagli ai rami produttivi dipenderà solo dalla varietà di pianta coltivata. In certe specie, infatti, bisogna solamente abolire i rami secchi o deteriorati, mentre in altre è possibile ipotizzare un accorciamento dei rami basali, ad altezze diverse, tenendo sempre conto però della specie che si è scelto di coltivare. Per esempio, il gelsomino comune non deve subire nessun accorciamento dei rami basali, ma devono solo essere tagliati alla base.

Chi, al contrario, ha nel suo giardino la variante nudiflorum e primulinum dovrà accorciare i rami di due terzi. Nelle specie perenni, cioè quelle annuali, i rami andranno tagliati a pochi centimetri dalla base. In tutte le altre categorie esistenti di gelsomino, la potatura di ringiovanimento corrisponde a un’eliminazione di tutti rami secchi e appassiti.

In quale periodo bisogna potare?

Sia la potatura di formazione che di rinforzamento del gelsomino deve essere fatta unicamente in primavera. Va però tenuto presente che la periodicità dell’intervento può subire dei cambiamenti dettati dalla specie di gelsomino che si è deciso di coltivare. Di fatto esistono piante che hanno una fioritura sui rami dell’anno passato e altre che fioriscono sui rami dell’anno in corso. Riguardo al primo caso, la potatura va eseguita due settimane prima della fioritura, nel secondo caso verso la fine dell’inverno.

Consigli su dove piantare il Gelsomino

È consigliabile piantare il gelsomino in dei punti del giardino ben soleggiati. Per chi decidesse di coltivare questa pianta in casa, o comunque in luoghi chiusi, sarebbe opportuno farlo vicino a un finestra, possibilmente ampia.

Va tenuto presente che il gelsomino non tollera il vento, perciò è meglio tenerlo sempre a riparo da raffiche che ne potrebbero danneggiare l’integrità.

Annaffiatura

In termini d’irrigazione siamo dinanzi a una pianta non troppo impegnativa. Questo perché il gelsomino può sopportare anche periodi di siccità più o meno lunghi.

Tuttavia è lecito che anch’essa abbia la sua quantità di acqua utile a garantire il corretto sviluppo delle radici.

L’importante è non esagerare, una sovrabbondanza di acqua potrebbe provocare ristagni idrici e danni all’apparato radicale.