La plastica è una delle risorse che contribuisce più ampiamente e più negativamente ai livelli di inquinamento di tutto il mondo, con particolare riferimento ai mercati che ne producono di più. È anche per questo motivo che in ambito europeo – e non solo – sono diverse le iniziative che puntano a cercare di ridurre l’utilizzo della plastica usa e getta, nella speranza che questa azione possa contribuire a conseguire il perseguimento di un obiettivo ancora più ampio, quale quello del rispetto ambientale.
In tale scenario, è l’inquinamento da rifiuti di plastica una delle principali piaghe che stanno minacciando di distruggere l’ecosistema dei nostri mari, con danni di breve e di lungo termine sia per le specie della flora, che quelle della fauna. A ciò si aggiunga la vera e propria devastazione che riguarda le coste e le spiagge.
Insomma, un vero e proprio dramma, dinanzi al quale c’è però una speranza: un’azienda tedesca, la Hydra Marine Sciences, in collaborazione con l’azienda italiana Novamont e l’organizzazione non governativa Marevivo, hanno infatti prodotto una particolare plastica biologica, che riesce a dissolversi in mare. Si tratterebbe di un grandissimo passo in avanti, considerata l’attuale difficoltà a smaltire la plastica “tradizionale”.
La Hydra spiega come si sia arrivati a questo prodotto potenzialmente rivoluzionario, precisando che in poche settimane non rimarrebbe più traccia del rifiuto nelle acque dei mari. Il merito è dell’approfondito lavoro sperimentale condotto in laboratorio, che ha potuto individuare alcuni materiali completamente biodegradabili, in grado di sciogliersi nell’ambiente naturale, come quello delle acque del mare.
I polimeri di tale nuova plastica, realizzata anche grazie allo sforzo degli italiani della Novamont, potrebbero essere davvero la soluzione di un gravoso problema. Ogni anno vengono infatti sversate in mare 13 milioni di tonnellate di plastica: quanto basta per poter devastare la risorsa marina, alla quale – evidentemente – nessuno può fare a meno.