Per scoprirlo, il biologo Joshua Benoit, dell’Università di Cincinnati, si è recato in tale zona per imparare come l’unico vero insetto dell’Antartide possa sopravvivere al costante congelamento e scongelamento. Ha così individuato che i moscerini hanno adattamenti sorprendenti per la propria vita in questo regno così rigido.
Benoit e i suoi studenti hanno presentato i loro risultati a gennaio alla conferenza della Society for Integrative and Comparative Biology a Tampa, Florida, soffermandosi sulle caratteristiche di sopravvivenza della Belgica antarctica, il più grande animale terrestre trovato in Antartide, con le sue larve che assomigliano a vermi color prugna. Gli adulti sono invece neri, e simili alle formiche.
Ebbene, ad un certo punto della loro evoluzione, i piccoli moscerini hanno perso le ali – forse per far fronte ai famigerati venti antartici. Dal momento che mangiano alghe abbondanti e non viaggiano mai lontano da dove sono nati, le mosche non hanno bisogno di volare. Trovarle non è dunque difficile.
“Si striscia sul terreno e si scava nella sporcizia, alghe e muschio fino a trovarli“, ha detto Benoit, professore assistente al McMicken College of Arts and Sciences dell’UC. “E a causa delle colonie di pinguini, è possibile trovarne anche laddove ci sono escrementi“.
Tornando al suo progetto, Benoit ha affermato di aver esaminato i meccanismi molecolari alla base della riproduzione della mosca. Come altri moscerini, le mosche adulte si accoppiano in grandi sciami durante la breve estate antartica, con le femmine che depongono le uova in grado di schiudersi circa 40 giorni dopo.
Successivamente, le mosche appena nate trascorrono i due anni successivi sviluppandosi come larve, seppellite per gran parte dell’anno sotto uno strato di ghiaccio. E’ solo nella loro ultima settimana di vita che aprono le ali, o quasi, come adulti pienamente formati. Muoiono infine pochi giorni dopo l’accoppiamento.
Chiarito ciò, appare evidente come poche creature riescano a sopravvivere alle condizioni ostili dell’Antartide, ha detto Benoit. Il continente ospita piccoli organismi come acari e nematodi, ma la capacità della piccola mosca di resistere al freddo e alla disidratazione la rende un estremofilo unico nel suo genere. Per quale segreto?
Il trucco è legato al mondo con cui le uova dei moscerini riescono a tollerare tali grandi sbalzi di temperatura. “Le femmine secernono una particolare gelatina chiara intorno alle uova. In sostanza, è come l’antigelo“, ha detto Geoffrey Finch, studente della UC e autore principale dello studio. “Agisce come un buffer di temperatura contro queste fluttuazioni per aiutarli a sopravvivere“.
Il gel aiuta le uova a sopravvivere all’altra caratteristica che definisce il clima dell’Antartide: la sua secchezza. L’Antartide è il territorio deserto più grande del mondo, ma la Belgica può comunque sopravvivere anche dopo aver perso più del 70% del suo contenuto d’acqua. In confronto, gli studi hanno scoperto che le persone cominciano a soffrire di disturbi cognitivi quando perdiamo solo il 2% del nostro contenuto d’acqua a causa della disidratazione!