La pensa allo stesso modo la FIFe, dal momento che nella sua classificazione inserisce il gatto himalayano nella prima categoria. In poche parole, in quella dei gatti persiani ed esotici. E i tratti esotici di questo gatto sono rappresentati sia dagli occhi che dal mantello.
Tra le situazioni che hanno portato maggiormente alla ribalta del grande pubblico il gatto himalayano ne troviamo una molto curiosa. Infatti, è stato molto famoso grazie al cinema e, in particolare, a delle scene con Robert De Niro. Si tratta di un animale a taglia tipicamente grande nonostante sia un felino. Il suo pelo è molto folto e lungo e le sue origini sono a stelle e strisce.
Proprio dagli Usa, infatti, partirono le prime selezioni per poter ottenere questa razza così curiosa. Le tinte che la caratterizzano sono davvero molteplici e un tratto peculiare è rappresentato dagli occhi blu scuro.
Le origini
Come abbiamo detto, questo particolare gatto deriva dagli Stati Uniti. In realtà, però, il selezionatore è stato un genetista svedese, ovvero Tjbbes. Nel 1920, infatti, questo ricercatore riuscì a selezionare per la prima volta nel mondo il gene che poi permetterà di giungere a questo tipo di gatto. Il gene in questione è quello denominato colourpoint, chiamato anche Himalayano. Negli Stati Uniti, nel lontano 1935, diversi allevamenti ospitarono degli incroci tra un Persiano nero e un Siamese. Da qui si ottennero ben 3 gattini neri a pelo coro. I successivi incroci tra di loro e pure tra figli e genitori hanno permesso di ricavare importanti dati sul gene colourpoint.
L’aspetto di questa specie felina
La corporatura di questo particolare felino è sempre piuttosto robusta e fa parte della categoria cobby. Di conseguenza presenta delle zampe non molto lunghe e il petto piuttosto ampio. Le spalle sono sempre voluminose, così come l’intero corpo, anche se in ogni caso non c’è mai la tendenza ad essere obeso. La testa presenta delle linee decisamente morbide, con le guance piuttosto paffute. Le orecchie seguono la linea arrotondata del cranio e sono piuttosto piccole, mentre la coda non è mai lunga. Le dimensioni di quest’ultima risulta essere proporzionata in confronto a tutto il resto del corpo. Gli occhi sono spettacolari, soprattutto per via della colorazione. Si passa dal blu all’azzurro, sempre con una notevole brillantezza e intensità: tutto è legato al gene Himalayano.
Le caratteristiche del mantello
Una delle peculiarità del pelo di questo gatto è davvero molto lungo e anche foltissimo. Probabilmente è uno dei gatti dal pelo più lungo in tutto l’ambito felino. La colorazione, come si può facilmente intuire, ha la tendenza a perdersi un po’ con il passare del tempo. Si tratta di una di quelle razze che possono evidenziare diverse macchie di colore: maggiori sono i contrasti e più è alto il livello di pregevolezza. Alcune zone della struttura di questo gatto man mano che passa il tempo diventano più scure. Ed è un altro aspetto che è correlato con il gene Himalayano. Il pelo più scuro è legato all’azione di un enzima che fa diventare dei precursori della melanina in vera e propria melanina.
Il suo carattere
Questo felino ha un carattere tendenzialmente docile e pacato, nonostante abbia un fisico piuttosto evidente. Certo non si può dire che ogni tanto non sia vivace, ma tuttavia in confronto agli altri gatti persiani è decisamente più mansueto. Se gli altri gatti persiani, infatti, si dimostrano ben spesso dei “miagolatori” nati, non è il caso della specie himalayana, anche per via dell’incrocio con il gatto Siamese. Una delle più interessanti ed evidenti peculiarità di questa specie è certamente la voce, visto che appare piuttosto gradevole, ma in alcun modo fastidiosa. Questo gatto si dimostra ben spesso anche un simpatico giocherellone, sempre rispettando i limiti e le esigenze, anche di spaio, del padrone. Ama le coccole ed essere accarezzato, a differenza del Criceto Roborovsky.
Quanto costa?
Per acquistare un cucciolo di gatto himalayano serve una cifra che si aggira intorno ai 350 euro. Si tratta di una specie certamente molto raffinata, ma che non presenta un costo poi così eccessivo. Al tempo stesso, è ottimo per tutti coloro che lo vogliono tenere in appartamento. Senza ombra di dubbio, un possibile“svantaggio” può essere rappresentato dal pelo, sempre molto lungo e folto, che comporta un ricambio costante della lettiera.
I gatti himalayani più celebri
Sia all’interno di numerosi libri, ma anche e soprattutto sul grande schermo, il gatto himalayano ha sempre trovato una grande diffusione in ogni tipo di mezzo di comunicazione. Dal punto di vista “bibliotecario”, questa specie di gatto è comparsa all’interno del Guinness dei primati, con il record di gatto più piccolo. L’esemplare di cui stiamo parlando prende il nome di Tinker toy: in altezza arrivava a toccare solamente i 7 centimetri, mentre la lunghezza non andava oltre i 19 centimetri, a differenza delle pazzesche dimensioni dell’Alano Arlecchino. È incredibile pensare come i suoi proprietari abbiano ammesso spesso che le sue dimensioni talmente ridotte permettevano di trasportarlo senza problemi in tasca.
Tra gli altri gatti himalayani che hanno riscosso grande successo in pubblico troviamo certamente lo “Sfigatto”, relativo alla pellicola girata nel 2000 “Ti presento i miei”. Questo gattino è stato protagonista del film vicino a Robert De Niro e in breve tempo è diventato una vera e propria star all’interno di una famiglia alquanto particolare e curiosa.