La Cina continua a compiere importanti passi in avanti per far luce sulla situazione ambientale del proprio Paese e, a tal fine, ha annunciato di inviare squadre di ispettori nelle province e nelle regioni per una nuova indagine sulla conformità ambientale. Tra i principali obiettivi ci saranno anche quelli legati a verificare le prestazioni delle imprese statali.
Ricordiamo che nel corso dell’ultimo mese il ministero dell’ambiente cinese aveva rivolto decise accuse a molte aziende, anche di proprietà dello stato, lamentando il superamento dei limiti di inquinamento.
Il vice ministro Zhai Qing ha ora continuato questo percorso di accesa critica, affermando che il governo centrale intende effettuare diversi cicli di ispezioni che da qui al 2021 interesseranno tutte le regioni della Cina. Nel 2022 si terranno dunque le analisi per comprendere in che modo le violazioni sono state corrette. Nel far ciò, il governo cinese ha lasciato intendere che non guarderà in faccia nessuno, e che verranno effettuati degli esami molto rigorosi.
Non è certo una novità che il presidente del colosso asiatico, Xi Jinping, abbia identificato proprio l’ambiente come una delle sue proprietà politiche di maggiore importanza, promettendo di fruire di tutta la forza del Partito comunista cinese che lui stesso rappresenta per poter risolvere i problemi ambientali del Paese, alcuni piuttosto annosi.
Ricordiamo infine che non è la prima volta che vengono annunciati dei team per l’ispezione ambientale. Il loro lancio risale infatti alla fine del 2015, con diversi poteri di controllo, anche senza preavviso, e di convocazione del governo locale o del funzionare di ogni grado per poter spiegare e condividere il proprio approccio al tema dell’inquinamento.
Oggi c’è però stata una nuova accelerazione. Il governo cinese sembra aver deciso in maniera più coerente come comportarsi nei confronti dell’inquinamento, cercando di arginare in maniera severa e puntuale le pratiche meno virtuose.