Gli oceanografi dell’Università di Rhode Island hanno scoperto che anche lievi livelli di perdita di ossigeno oceanico, o deossigenazione, hanno grandi conseguenze per i piccoli organismi marini, lo zooplancton.
Lo zooplancton è un componente importante della rete alimentare nelle distese di oceano profondo. All’interno di questa zona di oceano, al di sotto della superficie e al di sopra del fondo marino, esistono zone minime di ossigeno, grandi regioni in cui i livelli di ossigeno sono molto basse. A differenza delle “zone morte” costiere, dove i livelli di ossigeno possono crollare improvvisamente e uccidere la vita marina non acclimatata alle condizioni, lo zooplancton in tali aree è particolarmente adatto a vivere dove altri organismi – specialmente i predatori – non possono. Tuttavia, i cambiamenti climatici in atto stanno producendo gravi ripercussioni: anche lievi cambiamenti ai bassi livelli di ossigeno possono infatti spingere lo zooplancton oltre i loro già straordinari limiti fisiologici.
“Sebbene gli animali nella zona minima di ossigeno dell’oceano si siano adattati per milioni di anni al bassissimo ossigeno di questo habitat estremo e diffuso nelle acque medie, in realtà stanno vivendo ai limiti delle loro capacità fisiologiche“, ha detto Karen Wishner, docente di oceanografia alla Graduate School of Oceanography dell’URI e autrice di un nuovo articolo sulla deossigenazione e lo zooplancton nella Eastern Tropical North Pacific OMZ. “Le nostre ricerche dimostrano che sono sensibili a piccolissimi cambiamenti di ossigeno e alla diminuzione dell’abbondanza quando l’ossigeno si abbassa appena un po’ di più” – precisa ancora.
Il team di ricerca, che questa settimana ha pubblicato le sue scoperte su Science Advances, sta rilevando delle variazioni dei livelli di ossigeno maggiori rispetto a quanto precedentemente noto. Questo ha un effetto diretto sulla distribuzione di molti tipi di zooplancton perché, come ha scoperto il team, gli organismi rispondono ad una riduzione inferiore all’1% dei livelli di ossigeno.
Mentre lo zooplancton ha avuto milioni di anni di tempo per adattarsi alle condizioni di queste zone di oceano, le aree a basso contenuto di ossigeno si stanno ora espandendo più rapidamente a causa dei cambiamenti climatici, portando a importanti variazioni impreviste negli ecosistemi delle acque medie.
“Un’ulteriore perdita di ossigeno nelle acque oceaniche è facilmente prevedibile in futuro a causa del riscaldamento globale, e questi animali potrebbero non essere in grado di adattarsi e resistere“, ha detto Wishner. “Sono componenti importanti della rete alimentare degli ecosistemi oceanici, e la loro perdita potrebbe potenzialmente avere un impatto sui predatori di punta, comprese le balene e le attività di pesca importanti dal punto di vista commerciale” – ha poi concluso.