Oltre al pianeta Terra, quanti sono i pianeti realmente abitabili? È questa la domanda a cui cercherò di rispondere in maniera dettagliata con l’articolo che trovi di seguito. Curiosità, studi e approfondimenti ti permetteranno di avere le idee più chiare sulle ultime scoperte riguardanti i pianeti abitabili.
Alla scoperta dei pianeti che possono ospitare la vita
Stando agli ultimi studi, le dimensioni della zona vivibile per i pianeti extrasolari sono ben maggiori se confrontate con altre ricerche passate.
Negli ultimi vent’anni la scoperta di centinaia di pianeti in orbita attorno a stelle vicine, ha fortificato l’ipotesi sulla possibilità che almeno alcuni di questi pianeti possano ospitare la vita come sulla terra. Le stime del team del Kepler Space Telescope della NASA, impegnato nella ricerca di nuovi pianeti, dicono che circa il 22 per cento delle stelle simili al Sole potrebbe ospitare un pianeta roccioso della grandezza simile alla Terra. Con circa 100 miliardi di stelle nella Via Lattea, questo fa sì che ci potrebbero essere fino a 22 miliardi di pianeti uguali alla Terra nella galassia. Ma il tutto resta ancora molto complesso.
Quali sono le caratteristiche delle zone abitabili
La possibilità che un pianeta possa ospitare vita è determinata dalla presenza delle cosiddette “zone abitabili”, ovvero aree – che di solito si trovano attorno alle stelle – caratterizzate da temperature giuste, né troppo calde né tropo fredde, nelle quali possano esistere mari di acqua liquida, elemento essenziale per lo sviluppo di vita. Infatti, sulla Terra si sviluppa vita ovunque ci sia acqua allo stato liquido e ciò è ovviamente valido per tutti i pianeti che possono essere definiti “abitabili”.
I risultati delle ricerche e delle analisi
Il team Kepler Space Telescope della NASA è il soggetto più impegnato nella ricerca di nuovi pianeti. Secondo le sue stime, circa il 22% delle stelle simili al Sole potrebbe ospitare un pianeta roccioso delle stesse dimensioni del pianeta Terra all’interno della propria area abitabile.
e si considera che la Via Lattea ha circa 100 miliardi di stelle, potrebbe esserci un’alta probabilità che siano presenti fino a 22 miliardi di pianeti simili alla Terra nella galassia. Questo è un numero che dipende dalla definizione standard della zona abitabile di una stella assimilabile alla tipologia del Sole. Ma nel corso degli anni, la creazione di modelli differenti ha generato delle stime diverse rispetto alla distanza minima e massima tra stella e pianeta affinché questo possa rientrare nella zona abitabile. Le stime più recenti hanno determinato un limite interno di questa fascia da 0,75 allo 0,99 U, sigla che indica la distanza media che c’è tra la Terra e il Sole. Per quanto riguarda invece il limite esterno, le stime sono comprese tra le 1,5 e le 2 UA a seconda del modello specifico che si prende in considerazione.
Altro studio importante è a opera di un team guidato dall’astrofisico Jeremy Leconte, del Pierre Simon Laplace Institute di Parigi. Riguarda l’analisi atmosfera dei pianeti alieni e avvicina il limite interno delle zone abitabili a 095 UA, cioè 145 milioni di chilometri circa. I risultati sono stati ottenuti grazie all’uso di un nuovo modello di computer 3D. Ciò significa che si tiene conto anche dei flussi d’aria e non si considerano più i mondi alieni come punti semplici o oggetti bidimensionali, bensì come corpi tridimensionali.
Un fattore diventato essenziale è il vapore acqueo che intrappola il calore. Infatti, se la distanza tra un mondo e la sua stella è minima, ci sarà una grande quantità di acqua della sua superficie che andrà a vaporizzarsi. In questo modo, non solo il pianeta può riscaldarsi eccessivamente, ma si può correre anche il rischio di far evaporare tutta l’acqua presente sulla sua superficie, rendendolo infine inabitabile, nonostante la presenza del requisito imprescindibile per lo sviluppo di vita. I ricercatori e gli studiosi hanno sospettato che questa sorta di “effetto serra” fuori controllo abbia colpito il pianeta Venere all’interno del nostro sistema solare.
Il futuro delle ricerche
Le prospettive future delle ricerche sui pianeti abitabili sono orientate principalmente all’esplorazione del metodo basato sui modelli 3 D per le stime sui limiti esterni delle zone abitabili. Il fine è analizzare eventuali risultati differenti condizionati dalle modalità di circolazione dell’aria e dei suoi effetti sull’acqua. Altri obiettivi sono ricerche sul clima che può crearsi in sistemi differenti da quello Terra-Sole.