Tanto che, dalla sua posizione di leader del mercato europeo, questo carburante sembra aver perso attrattività nei confronti di investitori e utilizzatori. Colpa probabilmente anche del noto scandalo dei dispositivi truccati, al fine di aggirare i test sulle emissioni di gas nocivi.
Peraltro, i motori a gasolio sono proprio tra i maggiori elementi di inquinamento delle nostre città, e molti governi hanno scelto, proprio per questo motivo, di ridurre gli incentivi. Si è perciò consolidato il fronte ecologista, green, che spinge per aumentare la diffusione di sistemi di mobilità sostenibili come le auto elettriche, le auto ibride, le auto a gpl e le auto a metano, che hanno un impatto ambientale inferiore rispetto alle altre, e che possono anche vantare un contenimento positivo in merito all’impatto sulla salute delle persone, considerato soprattutto che gli ossidi di azoto, che vengono emessi principalmente dai motori diesel, sono proprio fra le cause del riscaldamento globale e fra i maggiori inquinanti che provocano malattie e morti.
Ricordiamo come in tutto il mondo siano sempre di più le amministrazioni pubbliche che contrastano efficacemente lo smog con iniziative alterne, come quelle legate al blocco del traffico. E come siano sempre di più le amministrazioni che stanno cominciando ad annunciare lo stop più o meno imminente e più o meno definitivo ai motori diesel.
Si pensi, a titolo di esempio non esaustivo, come nel corso del mese di ottobre del 2017 il sindaco di Milano Beppe Sala (che in precedenza aveva anche affermato di voler dare l’addio ai bus diesel, e che dall’autunno 2018 dovrebbe garantire l’ingresso in città solo ai veicoli da Euro 3, e dal 2020 solo ai veicoli da Euro 4), con altri 11 sindaci del network anti-smog C40, tra cui Parigi, Londra, Barcellona e Los Angeles abbia siglato un’intesa per poter trasformare una parte delle loro città a zero emissioni, senza energie fossili, centri urbani in cui i motori a scoppio, come il diesel, verranno banditi dalla circolazione entro il 2030.
Più ampiamente, il no al diesel è stato annunciato anche da alcuni governi, come quelli di Norvegia e India, mentre negli Stati Uniti, pur non essendoci un provvedimento di questo tipo, le auto a gasolio sono oggi meno dell’1%, e la Cina ha dichiarato di voler puntare entro il 2025 ad avere almeno un quinto delle vendite di nuove auto “green”.
Anche in virtù di questi cambiamenti, sono proprio le case automobilistiche a cercare di riorientare la produzione verso auto a energia “sostenibile”. Una decisione che avrebbe origine sia nel crollo della domanda (nel vecchio Continente in Europa nel 2017 le vendite dei diesel sono calate dell08%, con una quota di mercato che oggi è al 43,8% e dovrebbe scendere al 30% entro il 2020 secondo quanto hanno formulato le stime di Bloomberg), sia nel fatto che i costi per lo sviluppo di tecnologie diesel utili per poter rispettare i target sulle emissioni sono incrementati del 20%.
Ma quali potrebbero essere le tecnologie sostitutive? Per le auto elettriche, il target di una maggiore diffusione è di almeno una decina d’anni, ma la tecnologia delle auto ibride potrebbe essere più facilmente e più brevemente sperimentabile, tanto che le stime suggeriscono come dal 2030 in Europa il 17% delle auto sarà totalmente elettrico, e il 33% sarà ibrido.