Una delle zone boschive vergini più antiche d’Europa, la foresta Białowieża, in Polonia, è messa a rischio dalla politica di disboscamento del governo polacco. È quanto afferma la Corte UE, che ha rilevato la violazione delle direttive comunitarie sull’habitat.
La foresta Białowieża
In Polonia la foresta Białowieża si trova al confine con la Bielorussia, con cui ne condivide una parte. Si tratta di una delle pochissime foreste che hanno resistito nei secoli al disboscamento da parte dell’uomo, ed è presente fin dalla preistoria. Si è salvata perché tenuta di caccia riservata ai re polacchi per molti secoli. Non fu dunque accessibile a nessuno, preservandola dalla sorte che è toccata a molte altre foreste europee. Si estende su una superficie di 870 Kmq, e dal 2000 è Patrimonio Unesco dell’Umanità.
Qui vive uno dei pochissimi gruppi sopravvissuti di bisonte europeo, assieme ad oltre 20mila specie animali, alcune autoctone.
Il programma polacco di disboscamento
Ora parte della foresta è a rischio dopo che il governo ha varato e attuato un piano per il taglio di 180mila metri cubi di legna attorno all’area dichiarata protetta. La motivazione addotta dal governo anti-europeista è la presenza infestante di un coleottero, ma per le associazioni ambientaliste, il vero motivo è il commercio di legname.
A dare ragione al Greenpeace e colleghi, ora c’è anche l’avvocato generale della Corte Ue, che si è espresso a favore delle sanzioni contro il pese dell’est, seguendo le decisioni della Commissione Europea. La sentenza definitiva si avrà tra due mesi, ma intanto sembra che vi siano segnali di distensione tra la Polonia e la UE.
Il governo polacco ha infatti sostituito il vecchio ministro dell’ambiente Jan Szyszko con Henryk Kowalczyk, che sembra voler rispettare le decisioni della corte.
C’erano da pagare 100.000 euro di sanzioni per ogni giorno di violazione della direttiva, ma la Corte ha disinnescato le multe, per favorire il dialogo.
Così il neoministro polacco si è sbilanciato dichiarando che la Polonia ha intenzione di rispettare la sentenza della Corte di giustizia europea.
La disputa, che va avanti dal 2016, quando iniziò il piano polacco di disboscamento, sembra oggi sulla via della risoluzione, grazie allo sconto sulle multe, e qualche albero comunque abbattuto.