Questo uccello si presenta esteticamente con un colore variabile, che si completa una volta adulto, ovvero a 5 anni di età. Ha una coda della lunghezza che varia dai 70 centimetri fino ai 120 è il peso corporeo è compreso tra i 3 ed i 7 chilogrammi.
Come tutti i rapaci, le zampe sono tipiche di questa razza, con dita corte caratterizzate da grandi artigli che servono all’animale sia per difendersi da eventuali attacchi, sia per procurarsi le prede da uccidere, ed anche il becco è utilissimo per dilaniare qualsiasi animale.
Dove nasce e habitat
Molti anni fa, l’aquila reale popolava le zone temperate dell’Europa, ovvero la parte più a nord dell’Asia, dell’America, dell’Africa e del Giappone. Attualmente si può ancora avvistare in molte regioni di tali stati, ma solamente sui rilievi montuosi, mentre nei secoli precedenti, l’uccello nidificava anche nelle foreste ed in pianura. In Irlanda ed in Islanda tale specie attualmente è assente, e sono in corso diversi tentativi di ripopolamento grazie ai 35 uccelli rilasciati nel 2001.
Nel nostro paese l’aquila reale è presente sulla dorsale appenninica, in Sicilia ed in Sardegna, mentre il limite massimo di vita al nord, si ferma alle isole Svalbard. L’aquila reale è sempre in movimento, per questo conosce diversi ambienti liberi o semi-alberati. Grazie alla sua plasticità dal punto di vista delle esigenze prettamente ecologiche, le ha consentito di colonizzare un ampio areale sia nel nord dell’America che in Eurasia. In Italia possiamo trovare l’aquila reale su tutte le montagne più importanti, ovvero le Alpi, l’Appennino, e nei monto della Sicilia e della Sardegna.
Una delle regioni che offre all’aquila reale un territorio vastissimo su cui vivere è la Valle D’Aosta, dove soltanto le zone più desertiche e quelle più antropizzate, possono essere considerate dall’animale zone non adatte alle sue esigenze, mentre le foreste, se troppo fitte, possono anch’esse essere un problema per la caccia, ma nonostante questo, sono un importante serbatoio di prede. In ogni vallata di questa regione sono presenti almeno una coppia di aquile che hanno nidificato ed in totale, nei territori occupati da loro, ci sono circa 35 coppie.
La densità con il quale sono presente le coppie, ovvero l’ampiezza del territorio che corrisponde in media a meno di 80 chilometri, e la distanza media che separa le varie nidificazioni, che è inferiore a 7 chilometri, sono aree definibile come ottimali a livello alpino, ed attualmente, tramite la ricerca costante, non è ipotizzabile un incremento più significato di questo da parte della specie.
Nutrizione
Il cibo preferito dalla aquile sono i mammiferi e gli altri uccelli, a seconda della zona in cui vivono. In determinate aree, tale specie si può nutrire anche di rettili, ma tra i mammiferi che preferisce in assoluto, troviamo: roditori, marmotte, lepri, conigli selvatici, volpi, scoiattoli e raramente anche i caprioli ed eventualmente tutti i piccoli di animale che hanno delle dimensioni alla loro portata. Sembra che anche gli ungulati di grandi dimensioni siano ormai delle vere e proprie prede dell’aquila reale, anche se non è ancora chiaro con quale frequenza ed in che percentuale, tale specie di volatile si nutra di esse.
Grazie a recenti testimonianze fotografie della Russia, è stato possibile visualizzare attacchi delle aquile verso i cervi adulti, mentre nei paesi scandinavi, la specie ama nutrirsi di caribù. Gli uccelli preferite dall’aquila reale sono i galliformi, mentre tra i rettile ama particolarmente i serpenti, le tartarughe, ed i ramarri ed altri sauri, quando la caccia non è andata a buon fine. L’aquila maschio e l’aquila reale femmina, cacciano insieme, ed una volta catturata la preda, giocano insieme con essa, prima di consumarla come pasto.
Una volta nati i piccoli, tendenzialmente solo il primo di questi riesce a sopravvivere, perché è quello che si nutre di tutto il cibo a disposizione, lasciando morire così i fratelli. Nella sua dieta fanno parte anche i resti di animali rinvenuti morti, specialmente gli ungulati, che hanno perso la vita a causa della stagione fredda. Nonostante da molto tempo circolino leggende che vedono l’aquila reale sollevare da terra prede del suo stesso peso, oppure maggiore, come ad esempio agnelli o addirittura bambini, in realtà tale animale è in grado solo di sollevare prede di dimensioni medie, ovvero di 1,5 chilogrammi, e solo se la cattura è avvenuta in una posizione sopraelevata rispetto al nido.
Cenni sulla riproduzione
Una volta formata la coppia, il maschio e la femmina di Aquila Reale, sono fedeli per la vita, e vanno alla ricercare di un territorio da conquistare. Una volta trovato, vi stanziano per molto tempo, costruendo nei dintorni sulle pareti dei dirupi, oppure fra i rami degli alberi alti, una decina circa di nidi, cambiando di anno in anno il luogo che sembra loro più adatto.
I nidi che costruiscono sono per la maggior parte dei casi molto più bassi rispetto a quelle che sono le altitudine della caccia, per evitare in questa maniera le risalite veloci con le prede tra gli artigli. Il controllo del loro territorio è variabile, infatti può estendersi da un minimo di 40 fino a superare i 180 chilometri quadrati, è viene effettuato sia dagli esemplari maschili sia da quelli femminili, ed è costituito prevalentemente da lunghi voli a festoni e da volteggi che eseguono lungo tutto il confine del territorio, per segnalare alle altre aquile presenti quali siano i confini da non oltrepassare.
L’aquila reale nella simbologia
L’aquila reale, per la sua maestosità e potenza fisica, ha sempre rappresentato il simbolo del potere e della forza, in tutte le culture. Per i Romani era il simbolo dell’impero e dell’esercito, tanto che ogni legione aveva le sue insegne con l’aquila. Ma l’aquila è stata il simbolo anche degli imperatori europei, fino ai giorni nostri, e parte anche di molti stemmi nobiliari. Nelle altre culture, come ad esempio quella dei pellirosse d’America, l’aquila era uno spirito ed un messaggero degli dei, perché è un animale solare, simbolo non solo di potenza, ma anche della luce e del cielo.
I Greci la consideravano l’animale sacro di Zeus, mentre in India, questo animale rappresenta la vittoria del bene sul male. Per i Persiani, l’aquila simboleggiava la gloria, mentre gli Egizi associavano l’aquila all’immortalità, e quindi ancora agli dei. Grazie alla sua maestà, è facile immaginare che l’aquila sia stato sempre un animale molto venerato e rispettato dai popoli antichi e rinascimentali, come vicina agli dei prima, e come una delle più belle e perfette creature del dio cristiano dopo. Questa associazione, anche piuttosto semplice, è il risultato della perfezione che la natura ha espresso in questo animale, tanto bello quanto stupefacente da un punto di vista anatomico.