Stando a quanto affermano gli ultimi dati Istat, le imprese hanno investito 1,437 miliardi di euro (+ 2,3% su base annua) nella protezione dell’ambiente. Uno sviluppo importante, che ha riguardato soprattutto le PMI (+ 12,9%) in grado di più che controbilanciare la flessione della spesa delle grandi imprese (- 0,4%).
Sempre secondo l’Istat, la quota di investimenti fissi lordi che sono stati destinati alla protezione dell’ambiente è ridotta nell’industria al 3,9% contro il 4,1% di un anno prima, mentre nella manifattura scende addirittura all’1,9%, in flessione di 0,1 punti percentuali rispetto a un anno prima.
Di contro, cresce positivamente il peso degli investimenti che sono connessi a tecnologie più avanzate, che passa dal 30,3% al 33,5%, e registra un incremento di 55 milioni di euro (+ 12,9%). Gli investimenti end-of-pipe, quelli che rimuovono l’inquinamento già causato, sono ancora la componente più rilevante, con un peso del 66,5% sul totale.
Per quanto attiene poi un livello di maggiore dettaglio, più di un terzo della spesa (39%) è destinato alle attività di protezione e di recupero del suolo e delle acque di falda e superficiali, all’abbattimento del rumore, alla protezione del paesaggio e protezione dalle radiazioni e alle attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla protezione dell’ambiente.
Infine, emerge come nella manifattura quasi il 50% della spesa per investimenti ambientali è riconducibile alla fabbricazione di prodotti che derivano dalla raffinazione del petrolio, dalla metallurgia e dalla fabbricazione di prodotti chimici. La quota è tuttavia in riduzione del 10% dal 2015 ad oggi.