La foca monaca è un mammifero pinnipede che appartiene alla famiglia delle “Foche”, ed il suo nome scientifico è “Monachus Monachus”. Tale specie è in via di estinzione, infatti si contano circa 700 esemplari in tutto il mondo. La foca monaca era un animale molto diffuso nell’antichità, in particolar modo nel Mediterraneo e nei mari adiacenti ad esso, mentre attualmente la sua distribuzione è molto frammentata e si contano numerose, ma piccole popolazioni. Oggi la foca monaca è considerato uno degli animali più rari in tutto il mondo, e gli ambientalisti hanno più volte espresso la loro preoccupazione riguardo il rischio di estinzione per questa specie. Nel mediterraneo nelle isole dello Ionio e nell’Egeo si contano pochissimi esemplari, ed alcune si possono avvistare lungo la costa della Grecia e della Turchia occidentale.
A Capo Blanco, nella parte sud-orientale, esistono ancora due colonie al confine tra la Mauritania ed il Sahara, ed anche nelle isole Desertas che rientrano a far parte delle isole di Madera, e che si trovano a metà strada tra le Azzorre e le Canarie. Un vero e proprio habitat di tale specie non c’è, infatti può viverre benissimo in climi molto caldi oppure temperati. La foca monaca è considerata un animale molto timido, che non entra facilmente in contatto con gli essere umani, e vivono prettamente all’interno di grandi grotte che hanno l’entrata nei fondali marini, per evitare in questa maniera l’eventuale attacco da predatori terrestri. In particolar modo sono le foche femmine ad usufruire di queste grotte, specialmente quando sono in procinto di partorire, mentre le foche di sesso maschile se ne stanno sulle spiagge.
Biologia
La foca monaca trascorre la sua vita principalmente in mare e nel periodo della riproduzione si avvicina nei tratti in prossimità delle coste dove va alla ricerca di spiagge isolate o grotte, oppure anfratti accessibili solamente per via marittima, perché sia il parto che l’allevamento si svolgono esclusivamente sulla terra ferma. Quando arriva il momento di risposare, dorme in mare aperto oppure in piccoli anfratti sul fondale marino per poi risalire di tanto in tanto per respirare.
L’alimentazione della foca monaca è a base di molluschi cefalopodi, crostacei, patelle ed anche pesci, specialmente i bentonici come ad esempio le murene, le cernie, i dentici, le mostelle e le corvine. La foca monaca durante le soste a terra resta sempre vicina al mare anche perché ha movimenti molto lenti ed è un animale impacciato. Durante l’arco della giornata può spostarsi anche decine di chilometri per ricercare il cibo facendo sempre immersioni continue, infatti sono state registrate anche immersioni con 90 chilometri di profondità ma è molto probabile che sia in grado di superare anche alcune centinaia di metri di profondità durante le immersioni alla ricerca di prede.
Il maschio adulto della foca monaca è un esemplare prettamente territoriale e nel periodo della riproduzione che tendenzialmente coincide con i mesi autunnali, sono frequenti gli scontri con altri esemplari maschili. La maturità sessuale femminile si aggira intorno ai 6 anni di età ed il loro ciclo di riproduzione è di circa un anno e partoriscono di solito tra il mese di settembre ed ottobre. L’allattamento avviene in grotte poco distanti dal mare oppure in spiagge ben riparate, ed partoriscono un solo esemplare con una lunghezza media di circa 100 centimetri per un peso che si aggira intorno ai 18 chilogrammi.
I piccoli entrano in mare a pochi giorni dalla loro nascita e l’allattamento si protrae fino al terzo mese di vita, anche se la femmina lascia il suo piccolo incustodito già dopo qualche settimana dalla sua nascita, per tornare poi ad allattarlo periodicamente. I giovani di foca monaca hanno l’abitudine di abbandonare il loro gruppo originario e di disperdersi anche molto lontano rispetto al luogo della loro nascita. Intorno ai 4 anni raggiungono la loro maturità sessuale e vivono in media intorno ai 30 anni.
Distribuzione
Come abbiamo accennato precedentemente, la foca monaca una volta abitava tutto il Mediterraneo, il Mar Nero, le coste atlantiche del Portogallo e della Spagna, il Marocco, la Mauritiana, le isole Canarie, Madera e molto spesso venivano avvistate anche lungo le coste della Francia. La cattura di tale esemplare veniva effettuata per poi essere esibita in pubblico, e a differenza della foca comune, era molto più addomesticabile, grazie al suo carattere. Nel 1778 Hermann descrisse questa specie mentre una truppa veneziana esibiva l’animale in pubblico catturato con le reti nell’autunno del 1777 presso l’isola di Cherso. Buffon un naturalista molto famoso, trovò un’altra foca monaca nei pressi di Parigi sempre proveniente dal Cherso ignorando la scoperta di Hermann, ed in seguito la classificò come “Phoque a ventre blanc”. Da qui Cherso divenne il luogo della scoperta della foca monaca, grazie ad una campagna di cattura veneziana ben organizzata.