Conosciuto anche come processionaria del pino, in quanto spesso nidifica e si riproduce in questa particolare pianta, questo insetto è un lepidottero appartenente alla famiglia delle Notodontidae. A livello scientifico è conosciuto col nome latino di Thaumetopoea pityocampa, anche se comunemente viene definita col termine di processionaria in virtù della propria abitudine di avanzare in fila, quasi appunto queste larve formassero una vera e propria processione.
A primo impatto questi insetti sembrano innocui e buffi, simili a dei bruchi, eppure possono essere micidiali. Una loro caratteristica è quella di muoversi in fila uno dietro l’altro, creando appunto una sorta di “processione”. Sono ritenuti pericolosissimi nello stato larvale, ma, una volta adulti, non sono altro che delle inoffensive falene.
Cosa la rende pericolosa
A costituire un vero e proprio pericolo sono i peli urticanti che ricoprono buona parte del corpo della processionaria. Essi vengono spesso rilasciati nell’aria e la loro forma simile a un uncino gli permette di attaccarsi alla vittima. Ciò avviene soprattutto quando i cani rosicchiano l’erba o fiutano il terreno e, involontariamente, ingeriscono i peli.
I sintomi che ne derivano sono, nella maggior parte dei casi, gravi. Per prima cosa è possibile notare una maggiore salivazione da parte dell’animale; essa è generata da un processo infiammatorio che colpisce bocca, esofago e stomaco. Purtroppo questo fenomeno cresce in maniera rapida e, nel giro di qualche ora, la lingua si gonfia fino a raggiungere una dimensione inusuale. Un processo così aggressivo è possibile perché i peli della processionaria, entrando a contatto con la lingua della bestia, causano una netta distruzione del tessuto cellulare.
Altri sintomi possono essere la perdita di appetito, la febbre, il vomito e la diarrea, in forma anche emorragica.
Habitat naturale e caratteristiche fisiche
Le larve della processionaria, oltre al pino, si possono trovare all’interno di sempreverdi quali larici o abeti, nelle cui fronde formano nidi facilmente distinguibili ad occhio nudo. Da tali nidi esse escono soltanto a primavera, in quanto questa è la stagione della germinazione delle foglie, di cui esse si nutrono.
Il loro ciclo di vita segue in maniera similare quello delle farfalle, arrivando in estate ad evolversi allo stadio di crisalide, per poi tramutarsi ulteriormente in insetto alla fine di luglio. Una volta maturate, le farfalle di processionaria cominciano la loro azione di infestamento nei confronti delle piante, oltre a intraprendere la fase di accoppiamento e deposizione delle uova.
Per ciò che concerne invece le caratteristiche fisiche della processionaria, allo stadio larvale essa si caratterizza per una lunghezza complessiva di circa 30-40 millimetri. Una volta passate alla fase adulta, le larve di processionaria presentano numerosi peli sul corpo di colore grigio, i quali assumono tonalità rossastre sul dorso.
Nel momento invece in cui si evolvono allo stadio di farfalla, gli insetti di processionaria si caratterizzano per ali di colore grigio con striature brune per facilitarne la mimetizzazione, le quali raggiungono i 3-4 centimetri di apertura.
Quali tipi di danni provoca?
La processionaria è in grado di arrecare danni sia alla pianta che infesta, ma anche all’uomo e ad animali quali cani e cavalli. In particolare sono le larve ad essere pericolose, per ragioni che illustreremo in seguito, mentre lo stadio di farfalla non è in alcun modo grado di creare danni.
Danni alle piante
Le larve, come detto in precedenza, creano danni in primo luogo alla pianta che attaccano: infatti esse si nutrono delle foglie di pino aghiformi, andando di fatto ad esporre i rami del pino e a provocarne il loro disseccamento ad opera degli agenti atmosferici, specie nel periodo estivo, e di conseguenza la morte.
Danni all’uomo
Per ciò che riguarda i danni all’uomo, le larve di processionaria sono particolarmente urticanti: infatti i loro peli. contengono istamina, una sostanza velenosa che esse secernono per difendersi da aggressioni esterne.
Inoltre i peli della processionaria possiedono una particolare forma ad uncino, garantendogli aderenza alla pelle e provocando appunto reazioni urticanti, pruriginose e addirittura allergiche in alcuni soggetti sensibili.
Tra gli altri sintomi da contatto rileviamo infine:
- arrossamento, bruciore, e congiuntivite nel caso di contatto oculare;
- irritazione delle vie respiratorie e possibili broncospasmi qualora le larve vengano inalate;
- infiammazione delle mucose della bocca e dell’intestino in caso di ingestione, con la comparsa di vomito, nausea e dolori addominali.
Come agire
Qualora siate venuti a contatto con una larva di processionaria, è bene che vi rechiate subito al pronto soccorso più vicino, al fine di essere visitati da personale medico.
Un consiglio per i momenti successivi al contatto è quello di evitare di grattarsi, per evitare il diffondersi dei peli su altre porzioni di epidermide.
Inoltre, in caso di contatto con gli occhi, è necessario risciacquare immediatamente con acqua abbondante, per eliminare i peli residui all’interno del bulbo o delle palpebre.
Danni agli animali
Per quanto riguarda infine i danni che le larve di processionaria possono provocare ai nostri amici animali, essi riguardano principalmente il cane e il cavallo, i quali sono abituati a muoversi in mezzo al verde, e quindi più esposti al contatto coi peli delle larve stesse, con conseguenze molto gravi per la loro salute.
Sintomi principali nel cane
La sintomatologia che compare nel cane è caratterizzata principalmente dall’ingestione delle larve di processionaria; per tale ragione il primo sintomo è la salivazione abbondante, la quale è indice di un’infiammazione della bocca e del tratto esofageo.
Tale infiammazione può estendersi anche allo stomaco, provocando in breve tempo ustioni e lacerazioni, oltre ad un ingrossamento della bocca e alla necrosi dei tessuti.
Tra gli altri sintomi si annoverano infine:
- perdita di porzioni della lingua a seguito di ingrossamento e necrosi;
- febbre;
- vomito;
- diarrea;
- inappetenza.
Cosa fare per il proprio cane in caso di ingestione
Anche nel caso dei cani vale ciò che abbiamo detto in precedenza, ossia risciacquare con acqua, al limite aggiungendo in soluzione del bicarbonato, cercando di fare all’animale dei lavaggi.
Una volta risciacquata la bocca, è bene potare il cane presso il più vicino centro veterinario, in modo tale che venga visitato in maniera accurata, e che si proceda ad un adeguato trattamento farmacologico.
Tipologie di metodi
Per legge, tutte le aree verdi quali parchi giochi, boschi e terreni demaniali devono essere disinfestate dal personale statale in maniera definitiva e accurata, al fine di evitare i danni che abbiamo elencato in precedenza all’uomo e agli animali, oltre che quelli per le stesse piante che vengono attaccate dalla processionaria.
È chiaro che anche le aree verdi private possono correre il rischio di un’infestazione da processionaria, ed è bene per tale ragione che tutti procedano a debellare attraverso i metodi che illustreremo di seguito le larve e i nidi di processionaria eventualmente presenti nei propri giardini o terreni.
Ovviamente esistono ditte specializzate in questo tipo di interventi, e si sconsiglia fortemente di intraprendere pratiche fai-da-te senza avere conoscenza delle tecniche e dei prodotti impiegati per la bonifica di tale insetto.
Ma vediamo nel dettaglio come contrastare questo parassita in diversi modi.
Metodi di intervento: la rimozione del nido
In primo luogo si può intervenire mediante l’asportazione del nido, evitando così il proliferare delle uova di processionaria sulle piante. Questa operazione è al tempo stesso difficile e pericolosa; per tale ragione sconsigliamo di nuovo chiunque dall’avventurarsi in pratiche di cui non si ha la minima dimestichezza.
Una volta indossate le protezioni per gli occhi, i guanti, e una tuta per evitare qualunque tipologia di contatto con le larve, si andrà ad individuare il nido di processionaria e a rimuoverlo dai rami; successivamente, lo si brucerà per eliminare definitivamente le larve presenti all’interno.
Trappole per la cattura delle larve
Altro modo per eliminare le larve di processionaria è l’impiego di trappole per la cattura: infatti esse vengono apposte sul tronco dell’albero infestato, cercando di incanalarvi all’interno quante più larve possibili.
Tale pratica si effettua in primavera, ossia quando le larve di processionaria discendono in fila nel terreno per passare alla fase di crisalide.
Esistono poi in commercio alcune trappole a base di feromoni, che attirano maggiormente gli esemplari in quanto riproducono a livello chimico le sostanze che la femmina della processionaria emana per attirare il maschio durante il periodo dell’accoppiamento estivo.
Questa trappola è adatta per catturare la processionaria nella sua fase di farfalla; perciò va apposta molto in alto negli alberi, e occorre sostituire al suo interno ogni 3 settimane.
Infine va detto che pur essendo un agente chimico, il feromone non provoca alcun danno per la salute dell’uomo, delle piante e degli animali eventualmente a contatto con esso.
Il bacillus thuringiensis
Passando invece in rassegna i metodi di eliminazione biologica, negli ultimi anni si è diffuso l’impiego di insetticidi in grado di eliminare i parassiti senza tuttavia danneggiare l’uomo e le piante, mantenendo intatti valori quali biodiversità e tutela della salute.
In questo senso, il bacillus thuringiensis è un insetticida biologico di particolare efficacia contro le larve di processionaria che si formano successivamente alla fase estiva di accoppiamento e riproduzione. Il periodo in questione è quello di agosto, e l’utilizzo di bacillus thuringiensis in questa stagione si rivela molto efficace nell’eliminare le larve in modo definitivo.
Per tale ragione esso viene impiegato nelle disinfestazioni di aree boschive o di parchi di grande dimensione.
L’utilizzo degli insetti predatori: una soluzione biologica ed efficace
Infine, restando sempre nell’ambito biologico, si possono sperimentare l’impiego di alcune particolari specie di insetti predatori, i quali si nutrono delle larve di processionaria, garantendo così in modo semplice e del tutto naturale la salute delle piante, degli animali e dell’uomo.
L’utilizzo di tali insetti è sempre più diffuso, proprio in virtù del fatto che non intaccano minimamente i processi biologici della flora, e al tempo stesso si adattano perfettamente a qualunque tipologia di pianta senza danneggiarla.
Alcuni esempi di insetti predatori per l’eliminazione della processionaria sono, nell’ordine:
- il Dittero Sirfide predatore, conosciuto col termine scientifico di Xanthandrus comtus;
- l’Erigorgus femorator, altrimenti noto col nome di Imenottero Icneumonide;
- il Ditteri Tachinidi;
- alcune tipologie di formiche, come ad esempio le varietà rufa, lugubris, polyctena e aquilonia;
- gli Imenotteri Calcidoidei.
In che modo difendere il nostro cane?
Per evitare contatti con la processionaria, durante i mesi primaverili ed estivi, sarebbe opportuno stare alla larga da pini e querce. È bene ricordare che l’insetto colpisce gli alberi giovani.
Se il cane vaga liberamente per il parco o in qualche campagna è consigliabile fargli indossare la museruola. Un aspetto che di certo il tuo fido compagno non gradirà, ma che può risultare utile a salvargli la vita in circostanze simili.
Oltre a quanto già detto, resta da prendere in considerazione la disinfestazione che in Italia è ritenuta obbligatoria secondo un decreto ministeriale del 2008. “La lotta contro la processionaria del pino è obbligatoria nelle aree in cui le strutture regionali individuate per le finalità di cui al decreto legislativo 19 agosto 2005, numero 214, competenti per territorio, hanno stabilito che la presenza dell’insetto minacci seriamente la salute delle persone o degli animali o la sopravvivenza del popolamento arboreo”.
I metodi di disinfestazione possono essere svariati, dalla lotta meccanica, all’utilizzo di insetticidi di tipo biologico. La prima alternativa consiste nella rimozione manuale di tutti i nidi di processionaria. Questo procedimento è svolto durante i mesi d’inverno, prima che le larve escano dal nido. Una tecnica molto efficace che richiede però tempo a disposizione e dimestichezza, pertanto è indicata per quei luoghi di piccole dimensioni. La lotta microbiologica invece, è un metodo ampiamente usato, e prevede l’utilizzo di un insetticida biologico. Questi prodotti sono innocui e non procurano danni, né all’ambiente, né a persone e animali.