Il panel test è la valutazione, fatta da una giuria di assaggiatori professionisti, per la valutazione dell’olio di oliva. È questa giuria, che tramite l’analisi sensoriale, valuta se la qualità dell’olio extravergine. Attraverso l’analisi organolettica abbia difetti e possa essere reputato extravergine di qualità.
Per la legge infatti, l’extravergine deve avere un’acidità inferiore allo 0,8%, e un contenuto di cere inferiore a 250 mg/kg. Ma questo non basta per definire un olio extravergine di qualità. Serve infatti un assaggio da parte dei professionisti, attraverso il panel test. Questa analisi è regolata dal regolamento CEE 2568 del 1991, ma ora, su proposta spagnola, la stessa UE starebbe per abolirla.
Gli iberici ne guadagnerebbero, in quanto non sarebbe più possibile accertare frodi e contraffazioni, secondo Sicolo.
La giuria è composta dagli 8 ai 12 membri, di varie nazioni, e finora il suo giudizio era considerato di importanza scientifica. Il giudizio della giuria, per poter mettere in etichetta la menzione extravergine di oliva, doveva essere privo di difetti. Da qui la grande importanza del panel test.
La proposta spagnola
La proposta spagnola invece, vorrebbe abolire l’analisi organolettica, eliminando così un passaggio fondamentale per decretare se un olio può fregiarsi della menzione extravergine. A guadagnarci naturalmente, il paese iberico, grande produttore di olio di bassa qualità. E a rimetterci il nostro paese, che invece fa della qualità la sua arma.
In caso di abolizione, l’unico giudizio che dovrebbero passare gli oli, è quello dell’analisi chimica, che però lascerebbe spazio alle manipolazioni chimiche.
Una soluzione a cui si opporrà decisamente il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, che invece chiede “la risonanza magnetica nucleare per tutelare produttori e consumatori”.
Per la Spagna è una via per facilitare la commercializzazione dell’olio, ma per l’Italia sarebbe un modo per aggirare la qualità senza dover rispondere di fronte alla legge.
La decisione
La decisione non è stata ancora presa. Per il momento si è organizzato solo un incontro, guarda caso a Madrid, per capire se l’abolizione del panel test sia fattibile o no.
Il problema è, che a detta di Gennaro Sicolo, l’industria è oggi colpevolmente silente. Forse i produttori preferirebbero un’abolizione del vincolo di qualità attraverso il panel test, per poter uniformare il mercato.
Tutto in nome del profitto, e poco in nome della qualità che la produzione italiana ha sempre vantato. Anche la politica per il momento è silente rispetto al problema. Dopo aver favorito gli oli tunisini, sembra che non sia interessata a difendere l’ultimo baluardo di qualità sull’olio italiano.
Gli unici preoccupati sembrano solo i coltivatori italiani che per bocca del presidente di Unaprol parlano di autentica follia.